RC Mantova
19 maggio 2008
“Lo smaltimento dei
rifiuti: la risposta è nella raccolta differenziata”
Relatore: Ing.
Anzio Negrini direttore della società Mantova Ambiente
Il relatore e il
Presidente del RC Mantova (Giampaolo Pezzoli)
La relazione è stata
introdotta dal socio rotariano Rag. Gian Paolo Tosoni, Presidente della Tea
(al centro;
alla
sua sx il Presidente del RC Mantova; alla sua dx Giovanni Muriana, Assistente
del Governatore)
RELAZIONE DELL'ING.
NEGRINI
La nuova concezione dell’attività ambientale, mira ad individuare quell’unicum
che è l’ambiente, nella sua complessità di relazioni esistenti fra le sue
condizioni d’uso e le attenzioni che si devono dedicare ai vari aspetti dei
suoi connotati caratteristici.
Per questa strada, rifiuti, energia, acqua, aria e suolo, diventano un tutt’uno,
al cui presidio la stessa introduzione della tariffa rifiuti, elegge i
concessionari del servizio.
Non a caso infatti, la legge Ronchi parla di tariffa ambientale e non di
tariffa rifiuti; evitando cioè di ridurre a questo solo ultimo aspetto
l’attività del concessionario.
La ricerca del sistema ottimale di raccolta e smaltimento dei rifiuti
dunque, deve essere intesa come attività che affronta con approccio
multidisciplinare, tutto ciò che discende dal vivere un territorio con un
pensiero al presente, ma ancor più con un occhio al futuro.
E’ questo sguardo rivolto fortemente in avanti, che ci ha convinti, fra le
altre azioni intraprese, a dedicare energie importanti alle Amministrazioni
da noi servite, che hanno dimostrato di possedere delle pronunciate
sensibilità in tema di difesa ambientale e non di semplice raccolta dei
rifiuti.
La ragione di fondo della raccolta domiciliare
“l’azione più importate fra quelle svolte da chi raccoglie rifiuti è la
prima:
cioè quella che svolge il produttore all’origine, allorquando genera il
rifiuto”.
E’ partendo da questa banale considerazione che è possibile attivare la
filiera virtuosa della raccolta domiciliare.
D’altro canto, la fondamentale azione della separazione all’origine dei
rifiuti, è naturalmente semplificata dal fatto che ognuno di noi non produce
rifiuti in simultanea, ma distintamente per singola tipologia; da ciò
discende la grande semplificazione nel tenere separato quello che nasce
separatamente nelle nostre case e nelle nostre attività produttive.
Fare diversamente significherebbe condannarci a gestire il caos, ma poiché
la gestione delle complessità, principalmente è attuabile tramite la sua
scomposizione in tante azioni semplici, parrebbe poco arguto creare la
complessità allorquando si dispone di una semplicità in origine del
problema.
I rifiuti che produciamo ci scorrono in mano uno per volta.
Senza disperderci in banalità mai qualificanti, preferirei fare parlare i
numeri e quelli della raccolta domiciliare sono ritratti nella seguente
tabella.
I RISULTATI OTTENUTI DA Tea con la raccolta domiciliare
Credo non vi sia bisogno di dilungarci troppo sul concetto che tutto ciò
che abbiamo reso riutilizzabile come materia prima seconda riciclabile,
rappresenta un risparmio netto di pari quantità di materia prelevata in
natura come materia prima vergine, con le facilmente immaginabili
implicazioni ambientali.
La considerazione sulla quale però desidero richiamare la vostra attenzione,
è relativa ad un ulteriore valore aggiunto che si porta dietro la pratica
del riciclaggio, allorquando si parta da materiali ben selezionati
all’origine, cioè al momento della loro produzione all’interno delle nostre
abitazioni piuttosto che opifici: questo è rappresentato dal considerevole
risparmio energetico che permette di attuare
CONVENIENZA ENERGETICA DEL
RICICLAGGIO
Senza scomodare LAVOISIER, è facile comprendere come la trasformazione della
materia possa avvenire a patto di un lavoro e quindi di una spesa
energetica, che sarà tanto più grande quanto più vorremo fortemente
modificare lo stato fisico in cui la materia si trova.
Evidentemente, tanto più saremo prossimi allo stato fisico che desideriamo
ottenere, tanto meno dispendioso risulterà essere il percorso per ottenere
la nostra trasformazione.
Il vetro che deve rimanere vetro, la carta che deve restare carta,
l’alluminio che deve restare allumino ed il ferro che deve rimanere ferro,
accorciano decisamente il cammino energetico che dobbiamo percorrere
rispetto alla partenza dal materiale
naturale vergine.
Riciclare i rifiuti permette di salvaguardare l’ambiente non solo perché
recuperiamo materia dunque, ma anche per un evidente risparmio energetico
ottenibile dalle diverse modalità produttive.
Questo concetto è dimostrabile calcolando le energie di produzione
necessarie per i vari materiali:
IL VETRO
Per la produzione del vetro utilizzando materie prime, è necessario
utilizzare:
il 72% di silice (1), il 13% di carbonato di calcio (2) e il 15% di
carbonato di sodio (3), che permette di abbassare la temperatura di fusione
durante il processo produttivo.
E’ importante far notare che abbassare la temperatura di fusione di un
materiale, permette di risparmiare energia.
L’energia totale di fusione (E tot) necessaria per produrre il vetro da
materie prime è la somma delle energie necessarie per fondere le tre
quantità sopra citate.
E tot = E1+E2+E3
E1 = m1•Csp1• (∆T)
E2 = m2•Csp2• (∆T)
E3 = m3•Csp3• (∆T)
dove m1, m2 e m3, Csp1, Csp2, Csp3 sono rispettivamente le masse e i calori
specifici relativi ai tre componenti principali.
∆T è la variazione termica tra la temperatura ambientale e quella di
fusione.
Per il calcolo, consideriamo una temperatura ambientale di 298 K e una
temperatura di fusione di 1873 K; Csp1 = 0,703 (kJ/kg•K); Csp2 = 1,05 (kJ/kg•K);
Csp3 = 1,23 (kJ/kg•K) e un ∆T = 1575 K.
Per produrre 1 kg di vetro è necessario utilizzare il 20% di materie prime
in più e da queste considerazioni si ricava che:
E1 = 797 kJ; E2 = 215 kJ; E3 = 291 kJ
e E1+E2+E3 = 1303 kJ, ma per produrre 1kg di vetro bisogna incrementare tale
energia del 20 % e quindi l’energia totale necessaria è pari a 1,2•1303 kJ =
1563 kJ.
Se produciamo il vetro da materiale riciclato, si nota che da 1kg di rottame
di vetro, si ricava 1kg di prodotto nuovo e inoltre la temperatura di
fusione si abbassa da
1873 K a 1673 K.
Quindi, considerando Csp = 0.837 (kJ/kg•K) e un ∆T pari a 1375 K, si ricava
che
E = 1151 kJ
La differenza energetica necessaria è pari a 412 kJ/kg (0,115 kWh/kg),
equivalente ad un risparmio energetico del 35%.
I METALLI FERROSI
L’ACCIAIO
Per i metalli, il risparmio è ancora più marcato.
Per produrre una tonnellata di acciaio da materie prime è necessario un
quantitativo energetico pari a 33.000 MJ, mentre lo stesso quantitativo
ricavato da materiale riciclato richiede da 12.000 a 17000 MJ. Si ha quindi un
risparmio energetico medio di 18.000 MJ/t, intorno al 43%. (fonte Cna)
L’ALLUMINIO
La produzione di alluminio da materiale riciclato permette un risparmio
energetico pari a 183.381 MJ/t, intorno al 95%. (fonte Cial).
Il recupero di energia per incenerimento, nel caso del vetro e del metallo,
che non sono combustibili, non è possibile.
Da ciò si deduce che il riciclo del vetro e del metallo è un percorso
obbligato, sia per quanto riguarda la convenienza energetica che per la
salvaguardia ambientale
CARTA E CARTONE
Il risparmio di energia nel caso della produzione di carta e cartone, è
intorno a 14.000÷15.000 MJ a tonnellata di prodotto finito, in quanto, per
la produzione di carta riciclata, non è necessario agire per separare la
cellulosa dalla lignina. Si ottiene una percentuale di risparmio energetico
che va dal 360% al 900%. (fonte Comieco).
LA PLASTICA
Il risparmio energetico per la plastica, è ottenibile grazie ad una
separazione per tipologia di materiale, in particolare per quanto riguarda
PET e PVC.
Per PET e PVC, si ottengono rispettivamente i seguenti risparmi energetici
attraverso il riciclo: 30.000 MJ e 15.000 MJ per tonnellata.
(fonte Ambiente Italia).
L’UMIDO
Già il recupero di energia da RIFIUTO BIODEGRADABILE attraverso la
digestione anaerobica in discarica, permette una produzione di biogas che
fornisce un valore energetico di 0,47 kWh/m³ (1692 kJ/m³), mentre in un
allevamento zootecnico si arriva in media alla produzione di 500 m³/a di
biogas per ogni tonnellata di “rifiuto”, equivalenti a circa 1,35 kWh/a·t
(4860 kJ/a·t), ma su questo argomento il dott. SORDELLI è assai più
esaustivo del sottoscritto.
I valori dei risparmi energetici relativi al riciclaggio di ogni materiale
rispetto all’uso di materiale vergine sono riassumibili nella seguente
tabella:
Tutto questo senza contare lo sforzo energetico per rendere disponibili le
materie prime da utilizzare nei vari processi industriali.
Oltre ai sopra elencati risparmi
energetici ed ambientali, non possiamo tacere i vantaggi occupazionali che
la raccolta domiciliare dei rifiuti genera.
ANALISI DEGLI EFFETTI OTTENIBILI
CON L’ESTENSIONE DELLA RACCOLTA DOMICILIARE
ALL’INTERA PROVINCIA DI MANTOVA
Il caso Suzzara
A far data dal novembre 2004, anche il Comune della città del premio, ha
deciso di passare alla raccolta domiciliare del rifiuto, dopo aver
raggiunto livelli di raccolta differenziata che si possono considerare
come limiti di sistema, per superare i quali è necessario appunto,
cambiare sistema.
E’ sicuramente il caso più hard fino ad ora affrontato, con i suoi quasi
19.000 abitanti, inseriti in un tessuto urbano e socioeconomico, che
riproduce in maniera assai compiuta il travaglio con il quale
l’occidente deve abituarsi a convivere, una tipologia edilizia che
spesso presenta un forte sviluppo verticale, unito ad un centro storico
con i connotati tipici delle tante città italiane che non dimenticano i
propri trascorsi medioevali.
Anche la scelta a regime è stata la completa domiciliarizzazione di
tutte le frazioni di materia da
raccogliere.
Riteniamo di avere ragione di credere che l’esperienza consumata a
Suzzara possa essere posta a riferimento dell’esportabilità del
modello anche in realtà urbane apparentemente inadatte alla raccolta
puntuale.
Le reazioni dell’utenze, inizialmente refrattarie alla novità, si
sono a poco a poco trasformate in convinta approvazione del metodo e
l’equità contributiva derivante dalla determinazione puntuale della
tariffa, ha fortemente contribuito a decretare il gradimento del
sistema.
Si è preso a riferimento Suzzara, per analizzare il confronto fra il
metodo tradizionale di raccolta rifiuti ed il metodo domiciliare,
perché si ritiene che Suzzara presenti difficoltà più che medie
nell’espletamento del servizio domiciliare.
Classicamente il servizio di raccolta rifiuti a Suzzara, prima
del novembre 2004, riproduceva la più classica impostazione
nostrana:
509 cassonetti stradali per la raccolta del rifiuto
indifferenziato
81 campane per il vetro
64 campane per la carta
68 campane per la plastica
dando luogo ai seguenti consumi annui di energia per la
raccolta:
Consumo di gasolio di 43.366,93 litri, pari ad un dispendio
energetico di 1.575.743,64 MJ.
Dando luogo ai seguenti recuperi energetici:
Considerato il maggior impiego di mezzi necessari per la
raccolta domiciliare di tutte le frazioni di rifiuto, i consumi
si sono modificati nel seguente modo, distinti per singola
frazione raccolta:
A fronte però di tale maggior spesa energetica per effettuare la
raccolta, dalla precedente esposizione, date le quantità
raccolte separatamente, è facile stimare un recupero di energia
dovuto alla pratica del riciclaggio pari a 64.514.826,94 MJ,
così distinti:
A questi risultati si è giunti ipotizzando di portare in
combustione tutto il residuo raccolto e recuperare le
singole quantità di differenziata ottenibili con le due
tecniche analizzate.
Si è voluto tenere conto anche del diverso potere calorifico
che possiede il secco raccolto con cassonetti ed il secco
raccolto con la tecnica domiciliare (rispettivamente 2100
kcal/kg e 4.000 kcal/kg), oltre che ipotizzare una
produzione di energia dalla fermentazione della frazione
umida raccolta separatamente, pari 2730MJ/ton.
Ne consegue il quadro dei recuperi seguente:
Da tale confronto quindi, si evidenzia un maggior consumo
energetico nella fase della raccolta domiciliare pari a
2.281.397,20
MJ ed un maggior risparmio di energia proveniente dai
recuperi attuabili con il riciclaggio dei rifiuti raccolti
separatamente pari a 64.514.826,94 MJ.
Rammentati quindi i recuperi energetici evidenziati
precedentemente il saldo attivo risulta essere:
Per dare evidenza al rapporto esistente fra le energie in
gioco e rendere percettibile quale sia l’entità dell’energia
recuperabile rispetto alla maggior spesa energetica per la
raccolta domiciliare, basta osservare il grafico seguente.:
Conclusioni:
Pensando quindi di estendere il modello Suzzara
all’intera provincia di Mantova, considerando che nel
corso dell’anno 2005 sono state raccolte 217.437
tonnellate di rifiuto, si potrebbe ottenere un saldo
attivo di
30.120,49 MWh (108.433.781,92 MJ) per ogni
anno (viene omessa l’esposizione delle varie fasi di
calcolo che comunque ritraggono gli stessi criteri
adottati per l’analisi del caso Suzzara), che è come
dire che la provincia di Mantova è in grado di attuare
un risparmio pari alla produzione di una centrale di
4,02 MW di potenza.
Non male, fermo restando sempre,
il saldo attivo dell’intera quantità di materia
recuperata e quindi non sottratta all’ambiente e per
accaparrarsi la quale avremmo dovuto affrontare la non
piccola spesa energetica dell’estrazione e trasporto
delle materie prime.
Da ultimo, ma non in ordine di importanza, mi preme
rimarcare che la tecnica della raccolta domiciliare
è per Mantova Ambiente (gruppo Tea Spa) un settore
maturo, da lungo tempo uscito dalla fase
sperimentale e padroneggiato con dimestichezza tale
da ritenerlo applicabile nella quasi totalità del
territorio mantovano.
Con queste brevi considerazioni spero di aver
dissipato qualche amletico dubbio che ancora alberga
nella mente di alcuni di noi ed ho preferito
affidare alla schematica analisi scientifica, ciò
che spesso è carico di pregiudizi, luoghi comuni ed
anche qualche prevenzione, per affermare che è ormai
ben individuato un “sistema Mantova nuovo”, che
potrà diffondersi senza contraccolpi di sorta,
collocandoci per una volta, in una delle eccellenze
più qualificanti del nostro tempo: quella
ambientale.